Sicurezza sul lavoro, a seguito dei continui incidenti mortali sul lavoro, è un argomento di grande dibattito.
Il legislatore del 2008 ha stabilito in modo chiaro e preciso che cosa si intende con il concetto di «prevenzione».
Ovvero il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali.
In tal modo si evoca il contenuto dell’art. 2087 c.c. sulla responsabilità del datore di lavoro.
Tuttavia gli adempimenti non riguardano solo il datore di lavoro, ma tutti i vari soggetti aziendali.
Uno degli elementi più “deboli” in questa ottica di prevenzione sono tuttavia i controlli.
La vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla azienda sanitaria locale competente per territorio.
Per quanto di specifica competenza anche il Corpo nazionale dei vigili del fuoco per quanto riguarda la prevenzione degli incendi.
Inoltre, anche al Ministero del lavoro è attruibuito il potere di vigilanza sull’applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.
Al momento siamo in attesa del complessivo riordino delle competenze in tema di vigilanza e controlli nelle aziende.
L’intervento pare opportuno poichè in troppe aziende ancora si ignora la legislazione in questione.
I numeri su infortuni e malattie professionali sono ancora troppo elevati per abbassare la guardia e i controlli.
Se da un lato è fondamentale investire sulla formazione e la cultura della sicurezza, dall’altro bisogna poi verificare quanto accade nelle aziende.
Certo ci sono moltissime aziende che investono e pongono grande attenzione alla problematica.
Tuttavia in Italia dove sono presenti numerosissime piccole e medie imprese è necessario approfondire i controlli.
Inoltre in alcuni settori specifici manca proprio la cultura della sicurezza e questo vanifica già anche la formazione dei soggetti aziendali